mercoledì 5 dicembre 2012

Union Jack, il mito di una bandiera



È il simbolo di uno dei più grandi imperi della storia dell'umanità: quello britannico. La sua bandiera, conosciuta come Union Jack, la si poteva vedere sventolare in quasi ogni angolo della Terra. Tanto vasto era il dominio di Sua Maestà.



L'ultimo momento di gloria fu nel maggio del 1945, quando , alla fine di un'estenuante e catastrofica guerra contro la Germania hitleriana, l'Union Jack,  insieme al vessillo a stelle e strisce americano e a quello rosso con falce e martello dell'Unione Sovietica, apparve nella capitale di quel Reich che secondo i progetti del suo capo sarebbe durato mille anni. Oggi, invece la vediamo disegnata su magliette, cappelli, mutande e poster: è diventata misteriosamente "di moda".

Ma come nasce l'Union Jack

La storia della bandiera britannica inizia nel lontano 1603 quando Giacomo VI, re di Scozia, assunse per eredità la corona del regno d'Inghilterra con il nome di Giacomo I. L'unione dei due stati-regni, inizialmente indipendenti, fu simboleggiata da un nuovo stendardo, originato dalla sovrapposizione tra l'antica croce inglese di San Giorgio (quella rossa su campo bianco), patrono dell'Inghilterra, e la croce di Sant'Andrea (una X bianca su sfondo azzurro), patrono della Scozia.


L'evoluzione dell'Union Jack
Nel 1800 l'Act of Union abolì il parlamento irlandese e sancì l'annessione del Regno d'Irlanda al Regno Unito, sul cui trono sedeva Giorgio III di Hannover. A questo punto fu quindi necessario cambiare ancora la bandiera dell'Unione per rappresentare anche lo stato degli antichi celti. Così, venne aggiunta la croce di San Patrizio (X rossa su sfondo bianco), patrono dell'isola di Smeraldo. Tuttora, nonostante la separazione dell'Irlanda dal Regno Unito, l'Union Jack conserva la croce rossa. L'Union Jack porta quindi con sé parte dell'evoluzione storica del Regno britannico.

(pubblicato il 12 luglio 2007 su ilreporter.com)


Emiliano Lazzeri







sabato 10 novembre 2012

L'ultimo pezzo del puzzle

L'Urlo di Munch
Incrocio lo sguardo dei passanti, la loro tristezza mi cattura. Avverto inquietudine, infelicità e rassegnazione. Spesso disperazione.

Onde elettromagnetiche che trapassano maschere sorridenti che celano visi lugubri e disumani. Sensazioni palpabili.

Il processo di alienazione si sta completando. L'homo consumens è quasi pronto: lo spirito dionisiaco sembra domato; la morale degli schiavi e degli eunuchi perfettamente assorbita; la volontà di potenza umiliata e incatenata.

Gli ultimi residui di umanità ostacolano il completamento del processo di robotizzazione degli individui. La sofferenza, la tristezza, il disagio psicologico rappresentano l'ultima grande frontiera, i nemici da annientare e soggiogare: sentimenti "negativi" in quanto portatori del germe della ribellione. E la ribellione, quella vera, quella effettivamente sovversiva, terrorizza.

Si capisce quindi che l'ultimo pezzo del puzzle risulti essere il più importante ma anche il più difficile e complicato: l'annichilimento dei sentimenti umani quale ultimo passo verso la nascita del "Sotto-uomo". 






Emiliano Lazzeri






mercoledì 24 ottobre 2012

L'ora legale e la sua storia centenaria


Tra pochi giorni saremo costretti a spostare le lancette degli orologi un'ora indietro, abbandonando così l'ora legale. A tal proposito propongo ai miei amici lettori la lettura di un mio articolo scritto per il portale ilreporter.com, pubblicato nel luglio 2007, dal titolo "L'ora legale e la sua storia centenaria".


 "La persistenza della memoria" Salvador Dalì


Tempus fugit dicevano i latini. E di tempo ne è passato da quando Benjamin Franklin, scienziato nonché uomo politico statunitense, noto soprattutto per l'invenzione del parafulmine, ma anche per essere stato uno dei redattori della Dichiarazione di Indipendenza, propose, sul quotidiano francese "Journal de Paris", l'idea di spostare in avanti la fine della giornata durante i mesi estivi. Era il 1794, in piena Rivoluzione Industriale, e di surriscaldamento globale nessuno a ragione si preoccupava. Neanche una mente sagace come quella di Franklin. La sua intuizione si fondava sul fatto che lo spostamento in avanti delle lancette degli orologi avrebbe messo a disposizione più ore di luce naturale nel tardo pomeriggio, e quindi un consistente risparmio energetico.


Benjamin Franklin
Tuttavia, per più di un secolo, nessuno prese seriamente in considerazione le riflessioni dell'inventore americano. Fu il britannico William Willet a rispolverare l'idea, trovando consensi soprattutto nel parlamento inglese. Infatti, nel 1916, in piena guerra mondiale, la Camera dei Comuni, con il British Summer Time, decise di spostare le lancette degli orologi un'ora avanti durante l'estate. Anche l'Italia dei Savoia, insieme ad altri Stati, quello stesso anno scelse di seguire l'esempio britannico: la guerra in corso obbligava l'introduzione di misure volte al risparmio energetico. Da allora, tranne negli anni '20 e '30, sul Bel Paese, a primavera e d'estate, il sole sorge e tramonta un'ora dopo.


L'Italia di notte
I detrattori dell'"ora legale estiva" sostengono che il risparmio energetico legato ad esse sia una diceria. Be', devono ricredersi. Infatti, secondo la società Terna, responsabile in Italia della gestione dei flussi di energia elettrica sulla rete ad altissima tensione, il nostro paese, dal 25 marzo al 28 ottobre (c.a.) (2007 ndr), risparmierà circa 650 milioni di kilowattora, pari al consumo di una provincia media italiana nel periodo di riferimento. In termini economici un risparmio di circa 82 milioni di euro; per l'ambiente una riduzione, seppur lieve, dei cosiddetti gas serra, principali responsabili del surriscaldamento globale del pianeta.



Emiliano Lazzeri






martedì 23 ottobre 2012

L'arroganza del potere

Articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Alla prova dei fatti:

"Tutti gli animali sono eguali ma alcuni animali sono più eguali degli altri". La fattoria degli animali. George Orwell. 









Emiliano Lazzeri







lunedì 8 ottobre 2012

Un reportage fotografico: lo scempio ambientale della Solvay di Rosignano

Il reportage fotografico  presente in questo post documenta tragicamente lo scempio ambientale causato dal polo chimico Solvay di Rosignano (Li). Qualsiasi commento, di fronte alla potenza visiva di queste immagini, risulterebbe  superfluo, per questo, e anche per evitare una querela, ho deciso  di autocensurarmi. Giudicate voi stessi.   


In lontananza si vedono le ciminiere della Solvay a Rosignano (Li) (Foto di Emiliano Lazzeri)



Il "Fosso Bianco": canale artificiale per i residui industriali della Solvay. Osservate il colore biancastro del liquido scaricato in mare. (Foto di Emiliano Lazzeri)

Il mare dinanzi alle "spiagge bianche" (di caraibico c'è solo il colore: il bianco è il colore del residuo industriale della Solvay) di Vada (Li).  Inquinamento ai massimi livelli... (Foto di Emiliano Lazzeri)

...infatti c'è il divieto di balneazione (limitato a poche decine di metri) (Foto di Emiliano Lazzeri)


Ancora lo scarico a mare della Solvay (Foto di Emiliano Lazzeri)

                         
Residui industriali trovati nei pressi dello scarico (Foto di Emiliano Lazzeri)



Residui industriali (Foto di Emiliano Lazzeri)


Il Fosso Bianco (Foto di Emiliano Lazzeri)

Rosignano Solvay dall'alto. Osservate le "Spiagge Bianche" prodotte  dai residui industriali della Solvay. (Google)


"Quando l'ultima fiamma sarà spenta, l'ultimo albero sarà abbattuto, l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce catturato, allora capirete che il denaro non si può mangiare". (Capo Toro Seduto dei Sioux Lakota).


Emiliano Lazzeri





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lunedì 1 ottobre 2012

Addio Shlomo Venezia


Shlomo Venezia

Oggi mi piange il cuore: ci ha lasciato Shlomo Venezia, l'ultima voce storica della Shoah, membro del Sonderkommando (squadra destinata allo smaltimento e alla cremazione dei corpi dei deportati assassinati nelle camere a gas) nel più grande e famigerato campo di sterminio nazista: Auschwitz-Birkenau.  Aveva 89 anni.










L'ingresso del campo di Auschwitz
"Spogliare un corpo ancora caldo, un uomo che conoscevamo...Non avevo scelta, a meno di non voler andare incontro alla stessa sorte. Quando il corpo venne gettato nelle fosse il braciere fece un guizzo, come quando si aggiunge un pezzo di legno nel camino e il fuoco si ravviva improvvisamente, quasi per inghiottire meglio il corpo. Fino a quel momento mi ero in qualche modo vietato di pensare a cosa stava succedendo; bisognava fare quello che ci ordinavano come degli automi, senza riflettere, ma vedendo quel corpo bruciare mi ritrovai a pensare che i morti avevano forse più fortuna dei vivi: non erano più obbligati a subire questo inferno in terra, a vedere la crudeltà degli uomini"..."In genere, tagliavo i capelli (ai cadaveri, ndr); mi è anche successo di lavorare nella camera a gas, per dare il cambio a un amico allo stremo delle forze. Il mio lavoro era un po' meno gravoso; accettavo di subentrargli per qualche minuto, il tempo che recuperasse e prendesse un po' d'aria fresca. L'inizio era il momento peggiore, quando bisognava estrarre i primi corpi: non avevamo punti d'appoggio. I corpi erano talmente intrecciati, ammassati gli uni sugli altri, le gambe da una parte, la testa dall'altra e il mucchio di cadaveri superava il metro, il metro e mezzo di altezza"Sonderkommando Auschwitz, Shlomo Venezia. Rizzoli, 2007

L'orrore nell'orrore, l'inferno nell'inferno.



Un uomo del Sonderkommando in azione
"Non ho più avuto una vita normale. Non ho mai potuto dire che tutto andasse bene e andare, come gli altri, a ballare e a divertirmi in allegria...Tutto mi riporta al campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito torna sempre allo stesso posto. È come se il "lavoro" che ho dovuto fare laggiù non sia mai uscito dalla mia testa...non si esce mai, per davvero, dal Crematorio".

Addio Shlomo.


Emiliano Lazzeri






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Strage di Sant'Anna di Stazzema. Niente processo per gli ex gerarchi delle SS. Il fatto quotidiano.it


giovedì 27 settembre 2012

Perché l'Islam odia l'Occidente?

Le recenti sommosse divampate in molti paesi islamici dopo l'uscita del film "L'innocenza dei musulmani", giudicato blasfemo e offensivo, evidenziano, ancora una volta, un forte sentimento di odio nei confronti dell'Occidente presente in gran parte del mondo musulmano.

Perché tutto questo odio? Quali sono le cause vere e profonde?

Il presidente dell'Iran, Muhmoud Ahmadinejad
La risposta, breve e concisa, ci viene data dal Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran, Muhmoud Ahmadinejad. Parlando all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, tenutasi ieri al Palazzo di Vetro dell'ONU, il presidente iraniano ha inveito contro "Gli stati (5 membri permanenti: Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti d'America, ndr) che controllano il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che utilizzano la forza per terrorizzare il resto del mondo". Ahmadinejad ha sottolineato inoltre che "l'ordine mondiale va cambiato, non può continuare così. L'unilateralismo e il doppio standard nelle politiche, le guerre e le occupazioni stanno diventando fatti naturali". Sotto accusa anche l'ipocrisia occidentale: "Chi ha accumulato migliaia di bombe atomiche non ha il diritto di farci le prediche sul nucleare".

Le delegazioni di USA e Israele, a cui il discorso di Ahmadinejad era particolarmente indirizzato, nel momento in cui il presidente iraniano iniziava a parlare, si sono alzate e se ne sono andate, non essendo disposte ad ascoltare le inveterate invettive del capo iraniano. 

Il presidente Barack Obama, dal canto suo, ha avvertito Teheran che il tempo della diplomazia sta per finire, e se l'Iran non farà quello che la più grande democrazia desidera che faccia (rinunciare al programma nucleare), gli  Stati Uniti interverranno con la forza delle armi: imperialismo allo stato puro mascherato da falsi intenti democratici e umanitari.

Il destino dell'Iran è ormai segnato. Avanti il prossimo.

Emiliano Lazzeri







giovedì 20 settembre 2012

Mala tempora currunt



L'intellettuale, presunto tale, dei nostri giorni: Vittorio Sgarbi






L'intellettuale di 40 anni fa: Pier Paolo Pasolini





Mala tempora currunt!


Emiliano Lazzeri






giovedì 13 settembre 2012

Costa Concordia, ci sarà vera giustizia?

Dalla perizia della scatola nera della Costa Concordia, affondata nella notte tra il 13  e il 14 gennaio 2012 dinanzi all'Isola del Giglio provocando la morte di 32 persone, emerge una chiara e indiscutibile responsabilità della compagnia di navigazione.

Ordinata dal Gip di Grosseto, Valeria Montesarchio, la perizia  mette in luce che "parte dell'equipaggio destinato a incarichi chiave non conosceva i propri compiti in caso di emergenza"; si sottolinea inoltre che ad una parte del personale dell'equipaggio erano stati affidati "incarichi di emergenza senza che fosse fornita loro la familiarizzazione prevista per soddisfare i requisiti previsti dalla legge in caso di pericolosità". Si aggiunge anche che "non tutto l'equipaggio era in grado di capire le istruzioni in caso di emergenza nella lingua di lavoro (italiano)".

La triste vicenda della Concordia è la perfetta metafora di questo paese, dove il pressappochismo, l'incompetenza, l'irresponsabilità e lo scaricabarilismo regnano ormai sovrani. Metafora perfetta di un modello economico ove l'uomo è mero oggetto, merce, macchina che produce denaro. Si costruiscono così navi sempre più grandi, vere e proprie città galleggianti, riempite all'inverosimile di turisti drogati dalle illusioni spacciate dall'industria del divertimento: pecore inconsapevoli cadute nella trappola più subdola del Sistema: farti credere ricco, imitando i veri ricchi, dandoti le briciole di una pagnotta che solo pochi riescono a mangiare.

La scarsa fiducia nella giustizia terrena mi fa temere che la morte di quelle 32 persone rimarrà praticamente impunita. La potentissima  e ricchissima Costa Crociere riuscirà, con i suoi superavvocati, a scaricare tutte le responsabilità sul comandante Francesco Schettino, agnello sacrificale di turno.

Non sono il solo, amici lettori, ad avere questi tristi e cattivi presagi: il Codacons, l'associazione dei consumatori, denucia che "si vuole attribuire tutta la responsabilità dell' incidente al comandante Schettino, sollevando la Costa Crociere da ogni colpa, nonostante la Società abbia permesso la partenza di una nave con strumentazione difettosa, tollerando inchini dinanzi le coste che oramai erano una vera e propria prassi, e consentito al comandante l'apertura e la chiusura delle porte stagne a suo piacimento".

Auspico che i fatti mi possano smentire, poiché ho sempre detestato i profeti di sventura. Tuttavia ne dubito, perché, come disse Paolo Stoppa ne "Il marchese del Grillo", la giustizia non è di questo mondo, ma dell'altro. Speriamo.


Emiliano Lazzeri





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-Video "Il marchese del Grillo" di Mario Monicelli, 1981






giovedì 9 agosto 2012

Buoni e cattivi

Il comandante di Auschwitz Rudolf Hoss appena impiccato
Se i nazisti avessero vinto la guerra, Rudolf Höss, il comandante di Auschwitz, sarebbe stato considerato dai suoi un eroe, un salvatore della patria, e avrebbe fatto una brillantissima carriera raggiungendo i più alti gradi della gerarchia delle SS.
Per sua sfortuna la Germania hitleriana perse la guerra e Höss finì sulla forca con un bel cappio al collo.


Nagasaki dopo l'esplosione atomica
Il 9 agosto 1945, esattamente 67 anni fa, un B-29 dell'Air Force, tre giorni dopo la distruzione di Hiroshima, sganciava un micidiale ordigno atomico sulla città di Nagasaki provocando la morte istantanea di 70 mila civili, per la maggior parte donne, vecchi e bambini bruciati vivi dal calore dell'esplosione. Il comandante di quel B-29 era un giovane maggiore dell'aviazione americana, Charles W. Sweeney


Charles W. Sweeney a bordo del suo B-29
A differenza di Höss, Sweeney tornò a casa da eroe, acclamato e stimato da tutti; lui stesso si considerava un salvatore della patria, colui che aveva contribuito in modo decisivo alla vittoria finale della sua nazione. La sua impresa criminale gli portò le più alte onorificenze e una straordinaria e folgorante carriera militare raggiungendo rapidamente il grado di maggiore-generale. Sweeney non ebbe mai negli anni a venire un pentimento, un ripensamento, un rimorso di coscienza. Non chiese mai perdono alle sue vittime. Dopotutto lui era un eroe, un soldato modello, e aveva semplicemente obbedito agli ordini dei suoi superiori.
Anche Höss, come Eichmann, si difese dicendo che come soldato aveva militarmente fatto il  suo dovere. Per loro, gli sconfitti, non ci fu perdono e la condanna non tardò ad arrivare: morte per impiccagione.

La stessa sorte sarebbe toccata a Sweeney e a molti altri criminali di guerra (americani, sovietici e inglesi) se solo si fossero trovati dalla parte sbagliata, quella dei vinti.

La lapide di Sweeney (Grande patriota, padre e amico)

Una volta, per rassicurare i suoi generali, Adolf Hitler, convinto che la sua Germania avrebbe vinto la guerra, disse che non dovevano preoccuparsi di niente poiché nessuno dopo il conflitto sarebbe venuto a chiedere loro spiegazioni.

Niente di più vero: nessuno infatti ha processato gli Alleati.


Emiliano Lazzeri





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- Video: Hiroshima e Nagasaki (agosto 1945)










martedì 17 luglio 2012

Meno male che Silvio c'è!

Come l'Araba Fenice è rinato dalle proprie ceneri. 

Dato per morto, politicamente s'intende, cacciato frettolosamente nelle tenebre della Storia, l'uomo più amato e odiato d'Italia, colui che per quasi vent'anni, come un suo illustre predecessore, ha letteralmente dominato la scena politica italiana, è tornato. Sarà ancora Silvio Berlusconi il candidato Primo Ministro dello schieramento politico del Centro-Destra alle elezioni del 2013.

Il ritorno di Berlusconi mi ricorda, sotto certi aspetti e con le debite proporzioni, quel triste e abbattuto Mussolini che, dopo la sua deposizione  decisa dal Gran Consiglio del Fascismo il 25 Luglio 1943, fu costretto dai nazisti a costituire la Repubblica Sociale, baluardo effimero contro l'avanzata degli Alleati verso i confini del Terzo Reich.

Gli Alleati contro cui Berlusconi oggi combatte non parlano inglese, ma indossano la toga nera e portano sotto il braccio il codice penale. Vituperati, bistrattati, etichettati come faziosi e comunisti. Di loro il Cavaliere si considera una vittima e un perseguitato.


La "ridiscesa in campo" è dettata quindi dalla necessità impellente di mantenere, e se possibile rafforzare, il presidio parlamentare da parte del partito-azienda di Mediaset, salvaguardando così gli interessi del suo impero economico dall' "offensiva" della magistratura "bolscevica".


La Sinistra, cosiddetta tale, plaude, silenziosamente, il ritorno del Cavaliere. L'antiberlusconismo, divenuto massimo sistema e sterile progetto politico nel deserto ideologico e programmatico dei post-comunisti, ha reso, paradossalmente, la presenza politica di Berlusconi fondamentale, necessaria, ma soprattutto vitale.


Anche i media gongolano. Tv, quotidiani, radio, giornalisti, salvo rarissime eccezioni, hanno contribuito negli ultimi trent'anni a iniettare nelle vene del già malato corpo italico quella (sotto)cultura che ha permesso al partito-azienda berlusconiano di fare incetta di voti e di consensi. Durante la temporanea assenza politica di Berlusconi, conseguente al crollo del suo esecutivo, si è constatato un sensibile e preoccupante calo delle vendite dei giornali e degli ascolti dei programmi televisivi e radiofonici di approfondimento politico: Monti, la Fornero, i tecnici professori della Bocconi, coi loro modi freddi e formali, non piacciono, non tirano, non fanno vendere. Berlusconi, al contrario, fa sempre notizia.


L'Europa è terrorizzata dal ritorno del Cavaliere di Arcore? Che ce frega! Meno male che Silvio c'è.




Emiliano Lazzeri


lunedì 2 luglio 2012

Ho tifato Spagna!

La Polizia di Stato a Coverciano
Sia chiaro, della Spagna non me ne frega niente. Durante questi Europei di calcio ho sempre tifato contro la Nazionale italiana. Vi spiego il perché.

Se la selezione azzurra, guidata da Mister Prandelli, avesse conquistato il titolo di Campione d'Europa, l'inchiesta su "Scommessopoli", che ha recentemente colpito il calcio italiano, come è accaduto in tempi non sospetti, sarebbe stata annacquata e travolta dall'entusiasmo orgiastico e obnubilante delle masse italiche, sempre pronte, all'occorrenza, a saltare sul carro del vincitore e a perdonare l'imperdonabile. Si sarebbe approfittato del trionfo calcistico per seppellire l'inchiesta e cancellare le  eventuali responsabilità. 

Ecco perché, amici lettori, ieri sera ho gioito.

Emiliano Lazzeri







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lunedì 18 giugno 2012

Moderni scribi e farisei

San Francesco e il lebbroso
Mentre scrivo si stanno svolgendo, ad Assisi, presso il Sacro Convento, gli Stati Generali dell'economia francescana. Tema del convegno: "Un contributo francescano al superamento dell'attuale crisi economica".
Il direttore della Sala Stampa del Sacro Convento d'Assisi, Padre Enzo Fortunato, ha dichiarato: "...ci sono anche le preoccupazioni degli uomini delle istituzioni e della politica che si sentono come smarriti a eventi inediti". Inoltre: "... abbiamo pensato di convocare qui, nella casa di San Francesco, tutti gli uomini di buona volontà".

Sapete, amici lettori, chi sono questi uomini di buona volontà, smarriti e preoccupati?

Corrado Passera
Sono uomini che, come San Francesco, hanno rinunciato alla casa, alla famiglia, al denaro, al potere. Uomini che hanno fatto della sobrietà e della povertà radicale i principii fondanti del loro modus vivendi. Questi signori rispondono al nome di Corrado Passera, banchiere e attuale Ministro dello Sviluppo Economico, Francesco Rutelli, fondatore e presidente dell'API (Alleanza per l'Italia) e Rosi Bindi, dirigente del Partito Democratico.
Il moderatore del convegno è nientepopodimeno che il direttore de IlSole24ore, Roberto Napolitano.

Gli organizzatori francescani dicono che al convegno verrà declinato <<un nuovo dizionario, ricco di lemmi antichi e sempre nuovi, quali risposte alla crisi attuale: uomo, fraternità, povertà, mestieri, lavoro, fedeltà, devozione e preghiera, onestà, sobrietà, bene comune, sussidarietà, letizia>>.

Nonostante il mio ateismo, ho sempre nutrito una forte simpatia per l'Ordine dei Frati Minori (Ordo Fratrum Minorum) fondato da San Francesco d'Assisi nel 1209.
Oggi, quella simpatia e quel rispetto si sono totalmente liquefatti come neve al sole.

Ma di quale "uomo" vogliono parlare con Corrado Passera, il cui stipendio annuo è equivalente al prodotto interno lordo di un piccolo stato africano, se non dell'Homo Consumens? Che modello di società può proporre un personaggio come il Ministro dello Sviluppo? Quale risposta, compatibile con i precetti autenticamente cristiani, può dare alla crisi? Vogliono parlare di lavoro, di mestieri, di onestà e di sussidarietà con Francesco Rutelli e Rosi Bindi?

Francamente temo che i Ministri e i Guardiani francescani del 21° secolo, moderni scribi e farisei, leggano troppe riviste di alta finanza e poco, purtroppo, il Vangelo, in quanto sopraffatti da preoccupazioni economico-finanziarie ingenerate da un sistema economico-produttivo intimamente anticristiano.

E Gesù disse: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume, così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità". (Matteo 23, 13-32)


Emiliano Lazzeri




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