giovedì 9 agosto 2012

Buoni e cattivi

Il comandante di Auschwitz Rudolf Hoss appena impiccato
Se i nazisti avessero vinto la guerra, Rudolf Höss, il comandante di Auschwitz, sarebbe stato considerato dai suoi un eroe, un salvatore della patria, e avrebbe fatto una brillantissima carriera raggiungendo i più alti gradi della gerarchia delle SS.
Per sua sfortuna la Germania hitleriana perse la guerra e Höss finì sulla forca con un bel cappio al collo.


Nagasaki dopo l'esplosione atomica
Il 9 agosto 1945, esattamente 67 anni fa, un B-29 dell'Air Force, tre giorni dopo la distruzione di Hiroshima, sganciava un micidiale ordigno atomico sulla città di Nagasaki provocando la morte istantanea di 70 mila civili, per la maggior parte donne, vecchi e bambini bruciati vivi dal calore dell'esplosione. Il comandante di quel B-29 era un giovane maggiore dell'aviazione americana, Charles W. Sweeney


Charles W. Sweeney a bordo del suo B-29
A differenza di Höss, Sweeney tornò a casa da eroe, acclamato e stimato da tutti; lui stesso si considerava un salvatore della patria, colui che aveva contribuito in modo decisivo alla vittoria finale della sua nazione. La sua impresa criminale gli portò le più alte onorificenze e una straordinaria e folgorante carriera militare raggiungendo rapidamente il grado di maggiore-generale. Sweeney non ebbe mai negli anni a venire un pentimento, un ripensamento, un rimorso di coscienza. Non chiese mai perdono alle sue vittime. Dopotutto lui era un eroe, un soldato modello, e aveva semplicemente obbedito agli ordini dei suoi superiori.
Anche Höss, come Eichmann, si difese dicendo che come soldato aveva militarmente fatto il  suo dovere. Per loro, gli sconfitti, non ci fu perdono e la condanna non tardò ad arrivare: morte per impiccagione.

La stessa sorte sarebbe toccata a Sweeney e a molti altri criminali di guerra (americani, sovietici e inglesi) se solo si fossero trovati dalla parte sbagliata, quella dei vinti.

La lapide di Sweeney (Grande patriota, padre e amico)

Una volta, per rassicurare i suoi generali, Adolf Hitler, convinto che la sua Germania avrebbe vinto la guerra, disse che non dovevano preoccuparsi di niente poiché nessuno dopo il conflitto sarebbe venuto a chiedere loro spiegazioni.

Niente di più vero: nessuno infatti ha processato gli Alleati.


Emiliano Lazzeri





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