lunedì 28 maggio 2012

...e se avesse avuto ragione il Mullah Omar?!

L'ennesima pagina nera del calcio italiano è stata scritta. La Procura di Cremona, nell'ambito dell'inchiesta su "Scommessopoli", ha emesso stamani 19 provvedimenti di custodia nei confronti di calciatori che militano o hanno militato nei campionati di Serie A e B. Tra gli arrestati figure del calibro di Stefano Mauri, capitano della Lazio, e Omar Milanetto ex calciatore del Genoa. Iscritto nel registro degli indagati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva anche l'attuale allenatore della Juventus, neo campione d'Italia, Antonio Conte. Pesa come un macigno sull'immagine della Nazionale il blitz della Polizia di Stato di questa mattina nel ritiro della selezione azzurra a Coverciano. Destinatario della perquisizione Domenico Criscito, anch'egli accusato di associazione a delinquere.


Per chi ama il calcio, ed io sono tra questi, è un pugno nello stomaco che lascia senza fiato. Indignazione, sconcerto, incapacità di comprendere, ma soprattutto rabbia, sono sentimenti che oggi  riesco a stento a controllare. La passione per questo meraviglioso sport mi ha aiutato, non senza fatica, a superare, qualche anno fa, le note nefandezze di "Calciopoli". La passione, amici lettori, come è noto, è sempre nemica della ragione. Oggi mi sento di nuovo tradito, sento che quella passione è stata vilmente calpestata, vituperata, e definitivamente uccisa. Gli "assassini", plurimilionari per giunta, se risulteranno colpevoli, dovranno pagare per i loro misfatti. Ma come?

Nell'Afghanistan dei Talebani la corruzione era stata completamente azzerata per la semplice ragione che ai corrotti veniva fatta tagliare la mano. Oggi, invece, dopo l'arrivo degli occupanti occidentali, le cosiddette "Forze del Bene", la corruzione è  dilagante. La nostra "cultura superiore" considera tali punizioni una barbarie, la prova di una civiltà profondamente arretrata, fondata su leggi ritenute arcaiche e disumane.

Marines urinano sui corpi di alcuni talebani uccisi
Nel suo ultimo libro ("La guerra democratica", pag. 266) Massimo Fini dice: "Hanno conservato il senso di sé e della propria e altrui dignità, valori prepolitici, prereligiosi, di cui la cultura superiore si è completamente svuotata. Hanno provato a corremperli in tutti i modi, i Talebani, ma non ci sono riusciti. Sulla testa del Mullah Omar, pende una taglia di 25 milioni di dollari, ma in dieci anni non si è trovato un solo afghano disposto a tradirlo per una cifra che è enorme in sé e quasi inconcepibile da quelle parti. Nella cultura superiore ricchi e potenti (vedi i calciatori e i politici nostrani, ndr) si vendono per un soggiorno in albergo, per un affitto, per un viaggio in aereo, per una nota spese mentre le donne, libere donne non oppresse dalla necessità, si fan comprare per mille euro o poco più. La Cia è arrivata al ridicolo di offrire agli anziani capi tribali afghani il viagra. A questi livelli si è abbassata la cultura superiore".

Di fronte alla ormai lapalissiana liquefazione etico-morale della società occidentale, in particolar modo quella italiana, mi chiedo dove troviamo il coraggio per affermare la superiorità della nostra cultura e della nostra civiltà. 

Oggi sono ancora più convinto che tale superiorità sia una colossale menzogna che fa comodo e ci fa sentire meglio.

E se avesse avuto ragione il Mullah Omar?!  Indiscutibilmente diventeremmo un paese di monchi. Almeno per un po'.


Emiliano Lazzeri



mercoledì 16 maggio 2012

La recessione ci salverà

Uno spettro s'aggira per l'Italia - lo spettro della recessione economica.

Per definizione un paese cade in recessione quando la variazione del suo PIL (Prodotto Interno Lordo) rispetto all'anno precedente è negativa. Le conseguenze sono devastanti: disoccupazione endemica (soprattutto giovanile), inasprimento dei conflitti sociali, politiche economiche di austerità, destabilizzazione socio-politica con inevitabili rigurgiti nostalgici di matrice estremistica. 

La pessima congiuntura economica che il nostro Paese sta attraversando, rappresenta la cartina di tornasole del fallimento del modello di sviluppo neoliberista e selvaggiamente bancario-capitalistico, nonostante i nostri banchieri-politici, sostenuti da una (dis)informazione giornalistica a loro totalmente asservita,  facciano di tutto per farci credere il contrario. Modello di sviluppo il cui imperativo categorico, la sua conditio sine qua non, è la crescita costante e all'infinito del PIL.

Ma con la crescita del PIL aumenta anche il benessere e la qualità della nostra vita? Assolutamente no. Ecco perché, paradossalmente, la recessione possiede in sé qualcosa di provvidenziale. Essa ci obbliga, infatti, a mettere criticamente in discussione il sistema economico vigente e al contempo ad elaborare un nuovo e alternativo modello di sviluppo che necessariamente ponga il benessere dell'individuo, umanisticamente e frommianamente inteso, al centro di se stesso.

Se vogliamo "vivere" non ci resta che tentare.

Emiliano Lazzeri




lunedì 7 maggio 2012

Il "dottor" Renzo Bossi, detto il Trota

Il "dottor" Renzo Bossi, detto il "Trota"
Vi ricordate di Roberto Farinacci? Uno dei più noti e influenti gerarchi del regime fascista, Ras di Cremona e simbolo dell'estremismo squadristico (manganello e olio di ricino) incarnato dalle camicie nere mussoliniane?
E delle sue manovre, assai discutibili e acrobatiche, per conseguire la laurea in legge?

Dopo poco più di 70 anni, il giovane figlio del leader della Lega Nord, Renzo Bossi, detto il "Trota", con il denaro dei contribuenti italiani, avrebbe acquistato all'Università di Tirana (Albania) una laurea in gestione aziendale. E così Renzino, già consigliere alla Regione Lombardia, noto per la sua sfacciata ignoranza della lingua italiana e per l'uso spregiudicato del congiuntivo, può ammantarsi del titolo di Dottore.

Il "dottor" Bossi, amici lettori, è lo specchio dei nostri tempi: figlio di una sottocultura e di un'etica che ha nel denaro il suo Totem. Sacrificio, onestà, cultura sono valori che non gli appartengono, roba da sfigati, dicono oggi molti della sua, e non solo, generazione. Si reputa onnipotente, al di sopra della Legge, ignaro della sua proverbiale ignoranza. Con il denaro (non suo) pensa di poter far tutto, anche comprarsi una laurea, alla faccia di tutti quelli che sgobbano sui libri e rimangono disoccupati o precari per tutta la vita.

Sfortunatamente, in questo paese, per la maggioranza dei suoi abitanti, il Trota rappresenta un modello da seguire e da imitare. Ed è questo l'aspetto sconcertante su cui dovremmo tutti attentamente riflettere.

La Primavera, intanto, ainoi, tarda ad arrivare.

Emiliano Lazzeri



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