giovedì 27 settembre 2012

Perché l'Islam odia l'Occidente?

Le recenti sommosse divampate in molti paesi islamici dopo l'uscita del film "L'innocenza dei musulmani", giudicato blasfemo e offensivo, evidenziano, ancora una volta, un forte sentimento di odio nei confronti dell'Occidente presente in gran parte del mondo musulmano.

Perché tutto questo odio? Quali sono le cause vere e profonde?

Il presidente dell'Iran, Muhmoud Ahmadinejad
La risposta, breve e concisa, ci viene data dal Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran, Muhmoud Ahmadinejad. Parlando all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, tenutasi ieri al Palazzo di Vetro dell'ONU, il presidente iraniano ha inveito contro "Gli stati (5 membri permanenti: Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti d'America, ndr) che controllano il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che utilizzano la forza per terrorizzare il resto del mondo". Ahmadinejad ha sottolineato inoltre che "l'ordine mondiale va cambiato, non può continuare così. L'unilateralismo e il doppio standard nelle politiche, le guerre e le occupazioni stanno diventando fatti naturali". Sotto accusa anche l'ipocrisia occidentale: "Chi ha accumulato migliaia di bombe atomiche non ha il diritto di farci le prediche sul nucleare".

Le delegazioni di USA e Israele, a cui il discorso di Ahmadinejad era particolarmente indirizzato, nel momento in cui il presidente iraniano iniziava a parlare, si sono alzate e se ne sono andate, non essendo disposte ad ascoltare le inveterate invettive del capo iraniano. 

Il presidente Barack Obama, dal canto suo, ha avvertito Teheran che il tempo della diplomazia sta per finire, e se l'Iran non farà quello che la più grande democrazia desidera che faccia (rinunciare al programma nucleare), gli  Stati Uniti interverranno con la forza delle armi: imperialismo allo stato puro mascherato da falsi intenti democratici e umanitari.

Il destino dell'Iran è ormai segnato. Avanti il prossimo.

Emiliano Lazzeri







giovedì 20 settembre 2012

Mala tempora currunt



L'intellettuale, presunto tale, dei nostri giorni: Vittorio Sgarbi






L'intellettuale di 40 anni fa: Pier Paolo Pasolini





Mala tempora currunt!


Emiliano Lazzeri






giovedì 13 settembre 2012

Costa Concordia, ci sarà vera giustizia?

Dalla perizia della scatola nera della Costa Concordia, affondata nella notte tra il 13  e il 14 gennaio 2012 dinanzi all'Isola del Giglio provocando la morte di 32 persone, emerge una chiara e indiscutibile responsabilità della compagnia di navigazione.

Ordinata dal Gip di Grosseto, Valeria Montesarchio, la perizia  mette in luce che "parte dell'equipaggio destinato a incarichi chiave non conosceva i propri compiti in caso di emergenza"; si sottolinea inoltre che ad una parte del personale dell'equipaggio erano stati affidati "incarichi di emergenza senza che fosse fornita loro la familiarizzazione prevista per soddisfare i requisiti previsti dalla legge in caso di pericolosità". Si aggiunge anche che "non tutto l'equipaggio era in grado di capire le istruzioni in caso di emergenza nella lingua di lavoro (italiano)".

La triste vicenda della Concordia è la perfetta metafora di questo paese, dove il pressappochismo, l'incompetenza, l'irresponsabilità e lo scaricabarilismo regnano ormai sovrani. Metafora perfetta di un modello economico ove l'uomo è mero oggetto, merce, macchina che produce denaro. Si costruiscono così navi sempre più grandi, vere e proprie città galleggianti, riempite all'inverosimile di turisti drogati dalle illusioni spacciate dall'industria del divertimento: pecore inconsapevoli cadute nella trappola più subdola del Sistema: farti credere ricco, imitando i veri ricchi, dandoti le briciole di una pagnotta che solo pochi riescono a mangiare.

La scarsa fiducia nella giustizia terrena mi fa temere che la morte di quelle 32 persone rimarrà praticamente impunita. La potentissima  e ricchissima Costa Crociere riuscirà, con i suoi superavvocati, a scaricare tutte le responsabilità sul comandante Francesco Schettino, agnello sacrificale di turno.

Non sono il solo, amici lettori, ad avere questi tristi e cattivi presagi: il Codacons, l'associazione dei consumatori, denucia che "si vuole attribuire tutta la responsabilità dell' incidente al comandante Schettino, sollevando la Costa Crociere da ogni colpa, nonostante la Società abbia permesso la partenza di una nave con strumentazione difettosa, tollerando inchini dinanzi le coste che oramai erano una vera e propria prassi, e consentito al comandante l'apertura e la chiusura delle porte stagne a suo piacimento".

Auspico che i fatti mi possano smentire, poiché ho sempre detestato i profeti di sventura. Tuttavia ne dubito, perché, come disse Paolo Stoppa ne "Il marchese del Grillo", la giustizia non è di questo mondo, ma dell'altro. Speriamo.


Emiliano Lazzeri





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-Video "Il marchese del Grillo" di Mario Monicelli, 1981